lunedì 9 aprile 2012

27 GENNAIO, GIORNATA DELLA MEMORIA


27 GENNAIO, GIORNATA DELLA MEMORIA:
QUAL E’ IL SENTIRE DEI RAGAZZI, OGGI?
  
Era il 27 gennaio del 1945. Il campo di sterminio di Auschwitz in Polonia fu liberato dagli alleati. Questa data storica segna oggi la giornata internazionale dedicata alla memoria delle vittime dell’olocausto (2duerighe.com).

Leggiamo in classe il brano IL VIAGGIO che riporta la firma di Primo Levi. Manca circa una settimana al 27 Gennaio.
Come ogni volta, mi si spezza la voce e devo far leggere i ragazzi.
Ho stampato per loro, già lo scorso anno, la poesia SE QUESTO E’ UN UOMO; l’avevamo letta insieme, l’avevamo commentata, sviscerata; avevo parlato loro degli ebrei, della loro sorte; avevo spiegato i fatti storici legati alla seconda guerra mondiale, anche se erano in prima media, e avevo parlato loro del documentario MEMORIA.
Se questo è un uomo…

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.

Non passa anno, senza che io parli ai miei ragazzi di quello che è successo. Ho sempre presente il monito di Levi

Meditate che questo è stato…
Ripetetele ai vostri figli.
    
Credo fermamente che sia DOVERE di ogni adulto ricordare alle nuove generazioni quanto successo in quegli anni.

 26 Gennaio 2012:                
porto i miei alunni a visitare la mostra di Anne Frank, allestita nell’atrio e lungo il corridoio al piano terra della nostra scuola, la media Vidoletti. Li ho informati di quello che avrebbero visto, abbiamo letto in classe i contenuti della mostra, da un opuscolo appositamente approntato.    
Ho raccontato loro la mia esperienza di quando sono stata ad Amsterdam e ho visitato la casa di Anne, dell’impressione che mi aveva fatto trovarmi a camminare sullo stesso pavimento, percorrere la stessa scala, guardare quei vetri oscurati, entrare nel bagno, nella sua stanza, con quelle foto di attrici appese alla parete. Avevo pianto.
Non so perché io avverta così forte la sofferenza di altri esseri umani. Mi faccio partecipe, me la prendo addosso e la faccio mia.
 Dopo tutte queste parole, però, voglio venire al dunque di questo discorso.
Il dunque… mi chiedo cosa provino i giovani d’oggi, di fronte alle sofferenze dell’umanità. Io racconto loro la storia degli ebrei e credo che provino i miei stessi sentimenti. Leggo loro pagine di una storia che ha straziato milioni di persone, soffro, ho il magone, vorrei piangere e mi vergogno, per cui trattengo le lacrime, ma a fatica, e penso che per loro sia uguale. Invece no, non per tutti, almeno. E lo dico a ragione e con immenso dispiacere.
Ho portato, come dicevo, i miei ragazzi, dopo accurata preparazione, a visitare la mostra e un gruppetto si distraeva, non seguiva, non osservava le immagini, non partecipava delle mie spiegazioni, delle pagine del Diario, esposte sui tabelloni. Ridevano tra loro di chissà quali stupidaggini, qualcuno sgranocchiava patatine. L’ho fulminato con lo sguardo “Facciamo i conti in classe più tardi”. Uno tirava un compagno per il collo della felpa, un altro se la rideva.
MA COME POTEVANO AVERE QUESTO ATTEGGIAMENTO IMMATURO, IRRIVERENTE, DAVANTI A QUELLE IMMAGINI DI MORTE? CORPI STRAZIATI DAL DOLORE, FOSSE COMUNI CON ACCUMULI DI OSSA, ACCATASTATE LE UNE SULLE ALTRE, UN EBREO SEDUTO SUL BORDO DI UN DIRUPO CON UN NAZISTA ALLE SPALLE CHE GLI PUNTA LA PISTOLA ALLA NUCA. QUALE SAREBBE STATO LO SCATTO SUCCESSIVO DELLA MACCHINA FOTOGRAFICA? UN BAMBINO CON LE BRACCIA ALZATE, IN SEGNO DI RESA, DAVANTI ALLE TRUPPE DELLE SS, UOMINI E DONNE NUDI, CON I PIEDI NEL FANGO, DAVANTI AD UN PLOTONE ARMATO, UMILIATI FIN NEL MIDOLLO DELL’ANIMA. MA QUALE STRAZIO! COME POTEVANO RIDERE E NON PROVARE VERGOGNA DI SE STESSI?
Oggi mia figlia sedicenne a scuola ha assistito alla videoconferenza di Liliana Segre, donna che seguo sempre con immensa stima, davanti alla quale non potrei che sentirmi “piccola”.
Mi ha detto: “Mamma, c’è stata una ragazza che ha fatto una figuraccia! Sapessi!”
“Che cos’ha fatto?”
“La Segre raccontava degli ebrei a cui veniva tatuato un numero sul braccio, e quella si è messa a ridere. La Segre allora le ha chiesto: - E tu cos’hai da ridere, biondina?- Quella ha risposto: - anche io ho un tatuaggio sul braccio –
VERGOGNOSO! SCANDALOSO! Ma che educazione ha ricevuto questa ragazza in famiglia? I suoi genitori le hanno mai parlato dell’olocausto? Ha mai visto un film sullo sterminio degli ebrei? Ha mai studiato la storia? Ha mai letto libri di testimonianze? Ha mai guardato un documentario? E a scuola, è mai stata attenta, quando i suoi insegnanti le hanno parlato di questi fatti atroci?
E mi viene da pensare che una grande fetta di ragazzi (non voglio e non posso credere tutti) oggi viva solo di face-book, di i-pod, di i-phone, di tatoo, di abiti griffati, di spazzatura televisiva, di assenza di dialogo in famiglia, di ignoranza storica, di neuroni atrofizzati dalle migliaia di cavolate che i mass media propinano a questa gioventù, dal Grande Fratello ai reality vari.
Ma è tutta colpa loro o dietro a questa chiamiamola INCOSCIENZA  di vita ci siamo noi? Noi genitori, noi adulti sempre troppo presi dalle nostre occupazioni, per dedicare loro un po’ di tempo, per raccontare, per far capire che la vita non è quella della televisione, non è quella degli spot, non è quella delle veline, dei calciatori e quant’altro, accidenti!!!
MEDITATE CHE QUESTO E’ STATO
RIPETETELE AI VOSTRI FIGLI!
Ma lo sentiamo il grido disperato di un uomo che ha vissuto quello che nessun essere umano dovrebbe mai vivere? Abbiamo un minimo di dignità, per capire che sì, è nostro dovere educare le nuove generazioni ai valori della vita e non alle cavolate che i supplenti delle figure genitoriali vomitano quotidianamente addosso ai nostri ragazzi, riempiendo così le loro teste del NULLA Più ASSOLUTO?
MEDITIAMO! Anche su questo.

Laura Veroni

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