lunedì 9 aprile 2012

Barcellona, Picasso e il bagaglio a mano



   Partiamo da Varese che ci sono 2 gradi sopra lo zero, per arrivare a Barcellona e trovarne 15!!! Wahoo, la Espana, la tierra del sol! E, in effetti, in tre giorni, cielo sereno e aria cristallina.

Barcellona è una città pittoresca, sia per l'architettura (fantastico Gaudì, con i suoi palazzi sbilenchi e mosaicati e le sue sculture, tra cui la famosissima Salamandra, che ci portiamo a casa, in miniatura, e che adesso troneggia nella mia sala, sopra la cassa dello stereo) che per le persone, direi alquanto bizzarre, che ci vivono. Lungo gli ampli viali, ogni due metri, si incontrano strani personaggi mascherati, immobili come statue, che si animano solo se butti una moneta nel piattino ai loro piedi. Sono per lo più giovani, che passano ore, a volte l'intera giornata, in quel modo. Un lavoro come un altro, qualcuno potrebbe pensare! Mah...



Andiamo in cerca di un souvenir da portare a mia madre. Entriamo in un negozietto carinissimo, pieno di oggettini e piccolo, che devi avere paura a muoverti, per timore di urtare qualcosa. L'attenzione mia e di mia figlia è attratta da alcune statuine, posate su più ripiani, tutte nella medesima posizione: accosciate. Sguardo di intesa: ma che ci staranno a fare così? La sposa, la suora, il prete, il dentista, il cameriere, il giudice... tutti uguali. Forse gli hanno sottratto la sedia da sotto? Ci domandiamo. Ila non resiste e ne prende in mano una: "Mi piace questa. La portiamo alla nonna?" Domanda. Ma come la solleva dallo scaffale... "Mamma, guarda!" Oh, my God!!! Ma che fa? Ne prendo un'altra: anche questa! E un'altra ancora: pure lei! Ma anche il prete?

"Pa', vieni a vedere!" Ila cerca di richiamare l'attenzione del padre, intento a sfogliare la guida del Touring. Si avvicina e ne prende una in mano. Fanno la cacca tutte quante! Hai capito la posizione? Nooo... terribile! E ce ne sono tantissime. 
Meglio cambiare souvenir...



Devo assolutamente assaggiare la paella. Dicono tutti che in Spagna sia fantastica. Io adoro il riso e la mangio spesso anche a casa. Se l'originale è meglio, chissà che spettacolo!

Delusa. Delusissima. Due ristoranti e due paelle deludenti. Onestamente preferisco di gran lunga quella dei "Quattro Salti in Padella". Ma tu sei matta! Penserà qualcuno. Invece è così. La paella spagnola è bagnaticcia, col riso molliccio e pesante da digerire. Quella di casa è asciutta, col riso al dente, come piace a me, e la digerisco senza problemi.


Picasso... grande casinista, ho sempre pensato, uno che mette le gambe al posto delle braccia, la bocca al posto degli occhi, il sedere... no, non al posto della, ma sotto la faccia... 

Andiamo a visitare una sua mostra: cavolo, che coda per entrare!!! Un'ora e mezza di attesa e si entra. Sale immense e silenzio. Una guardia seduta nelle sale principali e altre che girano per i corridoi e controllano che il pubblico guardi senza toccare e, soprattutto, senza parlare! Mi... come si fa a stare zitti in un museo, a non commentare i quadri, a non fiatare mai? Con Ila poi?!? IMPOSSIBILE. Assolutamente. Nella mia ignoranza artistica, scopro che Picasso non è mica nato "storto", che i suoi primi dipinti sono normali, che ha fatto quadri meravigliosi. Ce n'è uno della prima comunione della sorella, che campeggia sulla parete di una sala, occupandola quasi tutta: è da togliere il fiato, con quel gioco di chiaro scuro e quella "macchia" di luce bianca che esce dall'abito della bambina. 

Passiamo di sala in sala e scopro che Picasso mi piace un casino. Ma... ecco la sala "tragica", quella che proprio non ci voleva, dove per poco non ci sbattono fuori. Mi... se si incazza la guardia!!! E' la sala "hard", quella con i quadri pornografici, ma porno davvero! Immagini oscene (artistiche), che mia figlia non può non commentare ad alta voce, chiedendoci che cosa stanno facendo le persone raffigurate o, meglio, sottolineando a parole quello che stanno facendo. Meno male che siamo italiani, così nessuno ci capisce! La guardia seduta nell'angolo ci guarda male e inizia a fare "Ssss!!!", mettendo un dito davanti alla bocca. Eh, sss... ssss... prova tu a fare smettere Ila, se sei capace! ... Nooo... guarda quel quadro! Pa', vieni qui! Vieni, vieni!!! Guarda questo!
Quadretto medio piccolo: un cameriere che porta un vassoio verso una tavola imbandita, alla quale siedono persone eleganti, in un salone di lusso e ... non può essere! Ma cos'è che gli penzola di dietro? Ha i pantaloni calati e la sta facendo!?! Uguale alle statuine del negozietto di souvenir! Ila ed io scoppiamo a ridere, dimentiche della guardia. Non posso riportare i commenti di mia figlia, ma ve li lascio immaginare. Capperi, la guardia si avvicina a noi! Dino impreca sotto voce: "Piantatela, voi due! Siamo in un museo serio! Non vedete che tutti vi guardano?... Io non vi conosco." Ci voltiamo: mi... che spavento! Abbiamo la guardia alle spalle, che ci fissa con sguardo truce. "Ila, smettiamola di ridere..." Bisbiglio, ma non ce la faccio a trattenermi e nemmeno lei. La guardia blatera qualcosa in spagnolo. "Non intiendo... capito nada... italiana...". La guardia continua a parlare e fa scorrere lo sguardo da noi al quadro incriminato e sembra voler dire Mai visto uno defecare? ... Beh, veramente no. Mentre serve a tavola no. Almeno, da noi in Italia non usa così...


Ed è arrivato il momento di tornare a casa...

Aeroporto. Check in. Che caldo, qui dentro! Consegna documenti. L'hostess di terra farfuglia qualcosa. Che starà dicendo? Riguarda il bagaglio a mano, da quel che si riesce ad intuire. Dobbiamo pesarlo. Che? Bisogna imbarcarlo? Ma come? Pesa troppo? Ma a Malpensa non hanno fatto storie! Lo abbiamo tenuto nella cappelliera senza problemi! 

Mio marito inizia a dare i numeri: non vuole imbarcarlo, perchè poi si sa che può andar perso. La hostess chiama uno stuart di terra (esiste anche lo stuart di terra? Se c'è quello di volo, come la hostess, perchè no?) e gli bisbiglia qualcosa e questo prende i nostri bagagli e li mette sul nastro per l'imbarco. Dino si tuffa sul nastro, afferra il bagaglio e lo tira a sé. E vai!!! Rissa! 
Ila ed io cominciamo a ridere: mo' vedi che combina il papi! "Che fai?" Gli domando. " C'è dentro roba importante, documenti, soldi, cose mie che non voglio che mi vengano fregate!". Lo stuart interviene. E adesso che fanno? Tira e molla? E Dino apre la valigia e inizia a tirar fuori roba. Intanto, dietro, coda. Ila suggerisce di alleggerire le valigie, indossando più roba possibile e inizia a scimmiottare l'omino della Michelin, rigido e imbottito. "Mettiamoci tre giacche a testa, due paia di scarpe, tre pantaloni e poi ripesiamo le valigie!" E ride. E io?... Rido. E Dino?... Si infuria. Niente da fare: il bagaglio viene imbarcato.


 Lau

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