lunedì 9 aprile 2012

Mai viaggiato in business


     Che fondo, si viaggia in business!!! Ma 'sta Carta Ulisse è proprio un portento!

Problemi nell'assegnazione dei posti, al momento dell'imbarco, al rientro da Stoccolma, e ci ritroviamo in business class! Che figata!!! Ila è gasatissima, io non vedo poi questa grande differenza rispetto alla classe normale. "Scherzi," dice mio marito "non vedi quanto spazio in più hai per distendere le gambe!". Mi scappa da ridere: io le gambe le ho corte (sono un misero metro e sessanta), che devo distendere? "E poi i sedili: sono più larghi". Tanto sono magra e stavo comoda anche negli altri. Mi guardo attorno: dove cavolo è tutto questo spazio in più? L'unica vera differenza che noto è che i posti sono da due, non più da tre. Allora lo spazio è nel corridoio, deduco, non può essere nelle poltrone. Ila siede accanto a me, Dino dietro di noi. Siamo in pochissimi: più o meno 5 persone. Eccola la vera differenza rispetto all'economica! Davanti a me una signora distinta legge un libro in inglese (Ila ha sbirciato, mai che si faccia i fatti suoi!) e prende appunti su un quablock; nella fila accanto, una coppia di coniugi anziani si appresta a dormire; qualche fila più avanti, un distinto signore apre un libro che ha tutta l'aria di essere un mattone. Bene, siamo al completo: non c'è nessun altro. La hostess passa e chiude la tenda verde che separa le due classi e sembra separare anche le classi sociali (per una volta passiamo per "sciuri" anche noi!). Il comandante annuncia di allacciare le cinture, che siamo pronti per il decollo e, dopo le indicazioni di rito sul sacchetto del vomito, il salvagente, la mascherina dell'ossigeno, le uscite di sicurezza e via discorrendo, motori al massimo e ... si parteee!!!
 Aaahhh... stomaco in bocca e orecchie tappate tutte le volte! Mi stringo la pancia e ... mi... no...! Ila ride. Ma che ti ridi? No, dai, per favore, non adesso, non qui! Siamo in business! Non cominciare, ti prego, che poi non la finiamo più! E dai!... Comincia la sua sceneggiata, mimando la disgraziata di turno che, nell'accelerazione del decollo, rimane incollata al sedile, con i capelli e la faccia che si attaccano allo schienale, il viso di lato e la lingua penzoloni fuori, che vola all'indietro. Mani in alto, all'altezza delle orecchie, anch'esse incollate allo schienale. No no no ... comincio a ridere anch'io. Ecco, lo sapevo. Solita figura di EMME! Passa la hostess: "Avete bisogno di qualcosa?" Sorride. "No, grazie" riesco a dire, controllando il tremolio di pancia. Da dietro mio marito inizia a tossicchiare. Ila si è momentaneamente ricomposta. La hostess si allontana. E Ila comincia il giochino dell'andata: TOC TOC, CHI E'? INDOVINA INDOVINA! LUPO MANGIAFRUTTA? NO, PROVA ANCORA! INDOVINA INDOVINA!... E giù a ridere come due cretine! E Dino viene colto da un attacco di tosse nervosa. Una voce annuncia che verrà servito il pasto. Il nostro gioco viene interrotto dalla hostess, che passa nuovamente: ha una pinza in mano e regge una garza arrotolata. "Fate attenzione, perchè scotta!" Annuncia. 
 Ila ed io ci guardiamo sgomente. Un punto interrogativo si disegna nei nostri occhi e la domanda è la stessa: che cosa ce la dà a fare, se scotta?... Altro punto interrogativo: a che serve 'sta roba? La prendiamo in mano: cavolo, scotta davvero! E via, la passiamo velocemente da una mano all'altra, nell'attesa che si raffreddi un po'!
 Io inizio a srotolarla: conterrà un salsicciotto? Mi chiedo. Hanno appena annunciato il pranzo! Magari in business funziona così, per mantenere i cibi caldi. Srotola, srotola... ma è vuota! E' solo una garza calda e bagnata.
 Ila : "mamma, ma cosa ce ne facciamo?"
 Io: "Boh..."
 Ila: "Secondo me serve per pulire il tavolino."
 Già, dev'essere così. Probabilmente in business tengono molto all'igiene. Laviamo per bene il tavolino... Oh, ecco qui: adesso è proprio pulito!
 Ila: "Mamma, già che ci siamo potremmo anche pulire il vetro del finestrino: guarda che ditate!" E già! E poi? Magari adesso ci portano anche lo spazzolone e ci fanno lavare il pavimento!
 La hostess torna a recuperare le garze. "Lavate le mani, Signore?".
 Come? Cosa?... Era una salviettina per lavarsi le mani???
 E giù a ridere a crepapelle!. Sganciamo la cintura e ci voltiamo indietro verso Dino: "Ma tu lo sapevi a che cosa serviva?" domandiamo. "Sì" Risponde con naturalezza "A lavarsi le mani". Ci guarda: è poco convinto delle nostre espressioni inebetite. "Perchè? Credevate forse che servisse per farsi il bidè?"
 Beh, mica si può sapere tutto nella vita, no? Infondo, MAI VIAGGIATO IN BUSINESS!!!

Lau

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