lunedì 9 aprile 2012

Promuovere a tutti i costi


   “Ma come mai su un’intera classe ne avete bocciato solo uno? Non mi sembra che fosse l’unico a meritare di essere fermato!”
Il genitore mi chiedeva spiegazioni, come rappresentante dell’intero corpo docente, in quanto coordinatrice di classe. Quasi quasi non avevo le parole per formulare la risposta. O meglio, le avevo, ma non potevo pronunciare la verità fino in fondo.
Promuovere a tutti costi, questo pare essere ormai l’imperativo della scuola dell’obbligo. E questo viene vissuto dagli studenti studiosi (mi si perdoni il gioco di parole) come un’ingiustizia, perché loro, che si sono impegnati seriamente, non si vedono riconoscere il merito, anzi, si sentono derisi dai compagni più furbi, che l’hanno scampata ancora una volta.
“Io non ho studiato niente e sono stato promosso lo stesso!”… “Ho copiato tutta la verifica e la prof non se n’è accorta: che fessa!”… “Mia mamma mi ha detto di scrivermi il bigliettino e di metterlo nell’astuccio e io l’ho fatto e quella (la prof) non si è accorta di niente!”… “Ieri sono stato fuori casa tutto il pomeriggio, invece di studiare. Ecchissenefrega, tanto mi promuovono lo stesso!”…
Sono queste le frasi che pronunciano i nostri studenti (non tutti, grazie al cielo!), perché lo scopo della scuola, secondo loro, è farla franca, fregare l’insegnante, passare l’anno senza far nulla o impiegando il minor sforzo possibile. E sono ancora loro che vedono noi docenti come le arpie, le carogne, pronte a fregarli appena possono. Mi si consenta di dire che questa categoria di studenti non ha capito un granché della scuola e difficilmente capirà qualcosa della vita che li aspetta.
Scopo della scuola è educare, istruire e formare per vivere dignitosamente. Il che significa che io scuola ti do i mezzi che ti serviranno un giorno per inserirti nella società e nel mondo del lavoro; grazie a me scuola tu alunno di oggi, uomo di domani, potrai avere un lavoro e mantenere una famiglia, potrai viaggiare, conoscere nuove città e nuova gente, con la quale potrai comunicare, scambiando esperienze e arricchendoti come essere umano. Grazie a me scuola, tu ragazzo, tu uomo, sarai in grado di apprezzare un’opera d’arte, di gustare la lettura di un romanzo, di fare tesoro delle cose che conosci; saprai affrontare le difficoltà della vita senza sentirti perso davanti ai problemi da risolvere, perché io scuola ti avrò insegnato che ogni problema ha una sua soluzione e se non ce l’ha non è un problema, quindi starà a  te cambiare il punto di osservazione, per comprendere come poter affrontare la situazione nel migliore dei modi e grazie a me capirai come non perderti in un bicchier d’acqua; grazie a me scuola, tu studente, sarai in grado di reagire e di non abbatterti, perché io ti avrò temprato lo spirito ed il corpo; grazie a me, potrai comunicare con un ragazzo straniero; potrai esprimere i tuoi sentimenti e le tue emozioni in una lettera; potrai spedire mail e inviare documenti allegati a colleghi di lavoro, senza doverti muovere da casa, accorciando così tempi e distanze; potrai dilettarti a raccontare di te ai tuoi figli e a chiunque ti ascolti; saprai capire se un commerciante ti vuole imbrogliare, perché sarai in grado di controllare l’esattezza di un conto; saprai fare previsioni sul bilancio familiare, senza correre il rischio di finire in rosso in banca; saprai apprezzare e difendere l’ambiente che ti circonda e preservalo nel miglior modo, per le generazioni che verranno; sarai capace di trasmettere valori ai tuoi figli; saprai prenderti cura della tua salute e comprendere i cambiamenti che l’età genererà in te; insomma sarai in grado di contribuire a creare una società migliore.
Ritieni che questo sia poco? Ritieni che non conti nulla? Pensa alle parole che ho appena scritto… racchiudono un po’ tutte le discipline che affronti nel tuo percorso scolastico: italiano, storia, geografia, scienze, matematica, arte, motoria, tecnologia, religione, lingua straniera, informatica. Ecco a che cosa ti serve studiare. Forse non ci avevi mai pensato prima…
Invece… i ragazzi di oggi studiano davvero troppo poco. E noi siamo qui a dover formulare le competenze acquisite… Ehmm… è già tanto riuscire a valutare le conoscenze, difficile riscontrare le abilità, quasi impossibile, a questa stregua, poter certificare l’acquisizione di competenze.
Ma la colpa di questo degrado scolastico, mi domando, non è anche nostra? Abbiamo lasciato correre troppo in questi ultimi anni, con la storia del dover promuovere per forza. Accidenti, anche la bocciatura ha assunto connotazioni che vanno dal tragico all’indifferente per gli studenti di oggi. Quasi nessuno che viva l’esperienza della bocciatura come una possibilità di rifarsi, di recuperare quanto lasciato indietro nella propria formazione, come un “Ok, ricominciamo daccapo e riportiamoci in pari”. Invece… meglio andare avanti, pur con enormi lacune alle spalle, che non verranno mai colmate. Avanti a tutti i costi, tanto quello che conta è quello che appare non quello che si è. Io appaio uno studente bravo, perché sono stato promosso, anche se ho delle lacune mostruose, anche se nella mia formazione c’è un buco nero, un tassello mancante alla formazione di quella che dovrebbe essere una persona integra e completa.
E questi ragazzi saranno la società adulta di domani. Capaci o incapaci di gestire la vita propria ed altrui? Capaci o incapaci di prendersi cura di se stessi e degli altri?
E noi scuola che responsabilità abbiamo nel mandare avanti chi non lo merita? Accreditiamo capacità a chi non  ne possiede, avvalliamo la teoria giovanile del fancazzismo (mi si consenta il termine). Che messaggio passa ai nostri ragazzi? Ti premio, anche se non lo meriti.
C’è sempre da discutere in sede di scrutinio finale: ci sono docenti strenui difensori della promozione a tutti i costi, perché bisogna considerare la famiglia, perché bisogna considerare che poverino ha delle difficoltà, perché bisogna considerare che non ce la farebbe comunque a recuperare nemmeno se lo bocciassimo, perché bisogna considerare che anche se è un lazzarone ha la testa e via discorrendo. E diamo sempre un alibi a questi ragazzi! E mortifichiamo coloro che invece valgono veramente. Qualche collega preferisce non avere grane o ricorsi e dice “Tanto sarà la vita a fermarli”. Ma perché fargli prendere una musata così dura? Sì, perchè la vita ci va giù pesante e non sta certo lì a considerare la situazione familiare, le difficoltà cognitive, la scarsa volontà e via dicendo. La vita ti prende a schiaffi e non fa sconti a nessuno. Noi, invece, noi siamo EDUCATORI, preparatori di quei ragazzi che dobbiamo avviare verso un mondo crudo che li aspetta là fuori ed è nostra responsabilità prepararli al meglio per poterlo affrontare.
Invece siamo imbrigliati nella burocrazia, nelle disposizioni, nelle relazioni da stendere anche solo per suggerire una bocciatura. E c’è chi, pur di non fare lo sforzo di stendere questa relazione, preferisce lasciar correre, dicendo non è affar mio. E invece sì che lo è!!! E lo è dal momento in cui tu, docente, ti prendi in carico ogni tuo singolo alunno dal primo giorno di scuola fino all’ultimo in cui lo accompagni. Forse anche noi dobbiamo cominciare ad avere più coraggio, a credere di più nel nostro lavoro, che, a differenza di molte altre professioni, è, prima di tutto, una MISSIONE. Non dimentichiamolo mai!

Laura Veroni

Nessun commento:

Posta un commento