giovedì 25 ottobre 2012

IL CIELO E' PIENO DI STELLE SECONDA EDIZIONE

E' disponibile sul sito www.lulu.com la seconda edizione del mio libro.
Ringrazio tutti coloro che me lo hanno richiesto.

Per ordinarne una copia, cliccare sul titolo sottostante.

IL CIELO E' PIENO DI STELLE

venerdì 19 ottobre 2012

Comunicazione IL CIELO E' PIENO DI STELLE


Da parte di coloro che lo hanno letto, mi sono stati segnalati alcuni errori di battitura, che, nonostante la revisione attenta, mi sono sfuggiti, nel mio libro IL CIELO E' PIENO DI STELLE, così ho pensato di ritirarlo, per apportare le dovute correzioni. Pertanto, chi lo cercasse nel sito www.lulu.com, attualmente, non lo troverebbe più.

Mi sembrava doveroso segnalarlo, dal momento che alcuni  mi hanno contatta, dicendomi che erano intenzionati ad acquistarlo.
Mi scuso per l'inconveniente.

Pubblicherò una nuova edizione.

Ringrazio di cuore tutti coloro che lo hanno acquistato e che lo hanno letto e anche coloro che lo hanno suggerito e consigliato ad altri.
Non appena sarà nuovamente disponibile, sarà mia premura informarvi tramite il blog.


Ancora Grazie!

martedì 16 ottobre 2012

Considerazioni sui commenti alle 24 ore


Pubblicata su Varese News, non pensavo che la mia lettera sulle 24 ore settimanali avrebbe suscitato tanto clamore e, soprattutto, non pensavo che avrei trovato così tanti commenti, per lo più negativi.     
Rimasta in prima pagina dalla mattina al tardo pomeriggio, ha quotato 57 post.
A questo punto, vado a fare una considerazione: la nostra è una categoria di poveracci.    
E non per lo stipendio, ma per come veniamo considerati o meglio NON CONSIDERATI dall'opinione pubblica.        
Siamo lavoratori e siamo educatori (doppia funzione), formatori delle generazioni future che domani saranno (o meglio dovrebbero essere) cittadini responsabili, membri di una società, si auspica, civile. Questo è il nostro compito e lo è da sempre, da quando esiste la scuola, da quando esiste la funzione docente.        
Ebbene, credo di poter dire che abbiamo fallito. E lo dico a ragion veduta e con molta amarezza.
La mia lettera-sfogo cercava solidarietà e comprensione da parte delle altre categorie di lavoratori, in quanto lavoratori anche noi. Ho ricevuto più insulti e offese che messaggi di solidarietà. Insulti e offese gratuite contro la nostra categoria e, lasciatemelo dire, infondate.
Che tristezza!
Cito il sunto di alcuni commenti:    
- Vergognatevi! Siete solo capaci di lamentarvi e di pianificare le ferie!
- Era ora che cominciaste a lavorare di più: siete solo degli scansafatiche!    
- Siete ignoranti, non fate niente, non avete voglia di lavorare, volete solo l'aumento di     stipendio!       
- Siete retrogradi, fermi a cinquant'anni fa!       
Qualcuno mi ha pure detto di cambiare mestiere...       
DESOLANTE...
Da tutti i commenti è emerso che il lavoro che svolgiamo a casa è disconosciuto, ci ritengono una "casta" privilegiata. Quanto astio nelle parole di certe persone! Nemmeno le avessi insultate! Loro, invece si sono permesse di insultare noi.  
Quanti si sono permessi di entrare nel merito del nostro lavoro, sostenendo di conoscerlo bene, perché a scuola ci sono stati tutti!    
Perché, mi domando, basta andare a scuola per conoscere la professione dell'insegnante?
Perché non vengono in classe loro ad insegnare allora! Tutti dovremmo avere l'abilitazione all'insegnamento, a questo punto, visto che l'istruzione è obbligatoria per tutti!      
Sarebbe come dire che, siccome nella vita mi sono ammalata tante volte e sono stata spesso dal medico, posso fare il dottore anch'io, perché so bene quello che fa.    
Io non mi permetterei mai di criticare il lavoro altrui, se non ci sono dentro.  
Qualcuno ha detto che correggiamo una verifica al mese...     
Dobbiamo spiegare forse che per Lettere (la mia materia) esistono più verifiche al mese: grammatica, tema, comprensione della lingua orale e scritta, storia e geografia (ne faccio due a quadrimestre), il tutto moltiplicato per 50 alunni (ho due terze, una di 24 e una di 26).      
E questo per quello che riguarda me.      
Ma vogliamo parlare dei colleghi di matematica e di lingua straniera, che hanno più classi, fino anche a sei?          
E lo so, a questo punto, qualcuno potrà obiettare che materie come musica, educazione motoria, arte e religione non hanno correzioni da fare (non è sempre così). Mettiamo anche che non ne abbiano: partecipano a tutti i consigli di classe!      
Un commento diceva che noi prof correggiamo durante le lezioni, mentre i ragazzi fanno altro. No comment.         
C'è stato qualcuno che ha sottolineato che i professori lavorano anche di pomeriggio, certo, dando lezioni private e arrotondando lo stipendio i nero. Sì, probabilmente qualcuno lo fa. Io no, grazie, mi bastano già le mie ore.   
Qualche altra persona ha scritto, riferendosi alla mia citazione della LIM che porterebbe via molto tempo per preparare le lezioni, che siamo retrogradi e ci mettiamo tanto perché non sappiamo usare le nuove tecnologie. Beh, a questo qualcuno vorrei rispondere che noi docenti facciamo numerosi corsi di aggiornamento anche sulle TIC (e si vada a vedere che cosa significa, se non lo sa!). Io, per esempio, ho conseguito l'ECDL e ho seguito un corso di numerose ore sull'uso della LIM. Certo che è facile da utilizzare: il "difficile" è organizzare una lezione ben fatta! Costui si vada a cercare in internet Laura Veroni Promethean Planet e si veda le lezioni che ho preparato e pubblicato su svariati argomenti (quella sull'Odissea ha richiesto parecchio tempo, per esempio).        
Siamo obbligati a tenerci aggiornati, perché dobbiamo adeguarci ai tempi. No siamo fermi a cinquant'anni fa. Forse questa persona non entra nel mondo della scuola da cinquant'anni!
E non si creda che solo io lavoro in questo modo: molti docenti lo fanno, più di quanti immaginiate! Molti di noi hanno blog o siti nei quali inseriscono lavori propri e dei propri alunni, molti comunicano con i ragazzi da casa, tramite pc. Io, per esempio, mi faccio spesso inviare compiti, elaborati via mail, come file allegati, li correggo e li pubblico nel sito della scuola, quando meritano, e invito i ragazzi a rivederseli, per comprendere gli errori fatti. E' un po' come prolungare il tempo scuola e rimanere sempre collegati.       
Mi sono anche preoccupata di aiutare i miei alunni per la preparazione agli esami, creando un sito apposito, in cui ho inserito la sintesi delle conoscenze delle mie materie, comprensiva del programma dell'intero terzo anno di medie, e ho inserito i link ai test Invalsi con le correzioni, perché si possano esercitare. Visitatelo!    La prof Veroni e i suoi alunni   

Amarezza, dunque, per tutte le critiche ricevute. Tanta.          
E torno a pensare che forse abbiamo fallito nel nostro compito educativo, perché le persone che ci hanno criticato sono le stesse che abbiamo avuto nei banchi di scuola, anni fa.       
Noi educatori, formatori di questa umanità, raccogliamo il frutto di quanto abbiamo seminato. Forse abbiamo seminato male, se questi sono i risultati.  
Vi rendete conto, colleghi? Nessuna riconoscenza, nessun riconoscimento del nostro lavoro.
Il pregiudizio nei confronti della nostra categoria è troppo radicato. Se poi è avallato da chi ci governa, beh, allora non abbiamo scampo!         
Un tempo la maestra entrava in classe e gli alunni si zittivano e mostravano rispetto. Avevano forse anche paura, perché esisteva la fatidica bacchetta. Oggi le bacchettate le prendiamo solo noi!      

domenica 14 ottobre 2012

24 ORE


24 ore
Non riesco a tacere su quanto mi tocca da vicino. Sono stanca di sentirmi sempre ripetere che noi insegnanti lavoriamo poco, che abbiamo due mesi di vacanza all'anno, che, finite le ore in classe, abbiamo tutto il tempo libero che vogliamo...
Puntualizziamo.
Lavoriamo poco... Solo 18 ore a settimana... il nostro stipendio sarebbe già fin troppo elevato per quelle poche ore!   
Solo 18 a settimana? 18 IN CLASSE! E vorrei che fosse chiaro! Come hanno già sottolineato altre mie colleghe, il grosso del nostro lavoro viene svolto DOPO le ore scolastiche. Noi non facciamo gli insegnanti, SIAMO INSEGNANTI, dice Anna Rita Vizzari nel suo blog. E ha perfettamente ragione. Noi ci portiamo a casa il lavoro e la scuola entra nelle nostre vite, nelle nostre famiglie.   
Che cosa facciamo noi insegnanti, quando non siamo a scuola?
Dedichiamo pomeriggi interi alla correzione dei compiti, alla preparazione delle lezioni (anche di quelle destinate alle nuove tecnologie, come la LIM, che portano via un sacco di tempo), alla stesura delle verifiche, alla pianificazione del lavoro, alla compilazione di programmazioni didattico-educative, alla stesura dei PDP (ingrato compito che compete ai coordinatori, che devono leggere attentamente le diagnosi mediche di neuropsichiatri e logopedisti ed estrapolarne il succo, per poi riportarlo in varie tabelle, svolgendo un lavoro di copiatura, dopo avere compreso la terminologia medica, vocabolario alla mano, ma va bene, ci si chiede anche questo e noi eseguiamo!) e quant'altro.
E ora mi rivolgo al Ministro Profumo.
Grazie, Ministro, per avere pensato a noi nullafacenti! Ci mancavano queste sei ore!
Se il nostro stipendio fosse adeguato, magari potremmo anche farci un pensiero, che ne dice?     
Ha idea di che cosa significhi lavorare 18 ore a settimana per 10 mesi circa con i ragazzi? Immagina il dispendio di energie (fisiche e mentali)? Riesce a realizzare come sia stare in classe, a contatto con preadolescenti e adolescenti super agitati e carichi di energie, che sottraggono a noi?     
Volete darci 6 ore in più a settimana, per parificare il nostro lavoro con quello degli altri paesi europei? Parificateci anche lo stipendio, allora! Altrimenti ci costringerete a fare il minimo indispensabile dovuto. Perché ogni altro lavoratore chiede di essere pagato per il tempo che dedica al proprio lavoro? Lei pensa che il mio idraulico venga a casa mia gratis per riparare una tubatura? Mi fa pagare pure l'uscita! Un avvocato presta la propria consulenza gratis? Potrei citarLe tutte le altre professioni, persino la colf, che viene pagata a ore! Ma noi CORPO DOCENTE che cosa rappresentiamo per questa società? E mi viene da chiedere anche per il governo? Siamo dei poveri dementi che non meritano considerazione e che vanno spremuti come limoni, obbligati a piegare la testa e dire va bene senza pretendere di essere considerati degni? Sì, Ministro, perché qui si tratta di DIGNITA' che Lei sta violando! Ma non trova offensive le Sue parole, quando dice che andiamo trattati col bastone e la carota?
Un tempo, medico e insegnante erano le persone più stimate nella società. Oggi la nostra categoria viene sbeffeggiata e non solo dalle nuove generazioni, che ci considerano poco (basti vedere la mancanza di rispetto che c'è verso i professori da parte di diversi alunni), ma anche dallo Stato. E Lei, Ministro ne è l'emblema.
Ha idea che cosa significhino 6 ore in più? Moltiplicazione del lavoro non sono in classe, ma anche a casa.
La Vizzari dice che noi non facciamo gli insegnanti, SIAMO INSEGNANTI. Bene, io vorrei anche essere una persona e come tale riconosciuta e rispettata. E vorrei poter godere del riposo che compete ad ogni categoria di lavoratori, perché l'operaio, terminate le sue ore in fabbrica, può gestire tutto il resto del tempo come meglio crede. A questo punto dico che lo voglio anche io.
Sa che cosa si meriterebbe il sistema? Che, staccato il lavoro, dopo le ore in classe, non facessimo più niente! Basta correggere compiti, basta preparare le lezioni, basta partecipare alle riunioni, basta consigli di classe, collegi docenti, commissioni, basta progetti!!! BASTA! Non faremmo più verifiche scritte (niente correzioni), non progetteremmo più niente, non ci metteremmo più a disposizione delle famiglie e degli studenti. E la scuola con la sua offerta formativa andrebbe a farsi benedire. Sarebbe la morte del POF.
Io, personalmente, dedico un numero indicibile di ore alla mia scuola, mi occupo del sito,  lavoro su alcuni progetti che richiedono molto dispendio di tempo e di energie e faccio tutto questo gratis. Per i progetti c'è un riconoscimento minimo (si sa il budget delle scuole è quello che è), al sito dedico ore e ore del mio tempo a titolo completamente gratuito. E lo faccio da casa, sottraendo tempo e attenzioni alla mia famiglia. Ma lo faccio per i miei ragazzi e lo faccio perché ci credo, perché credo che l'istituzione scuola vada avanti grazie all'impegno e alla dedizione delle persone, perché credo che l'educazione sia paragonabile a una missione e se le cose funzionano è solo grazie all'impegno e, ripeto, alla dedizione, alla passione di persone che, come me, credono in quello che fanno.
Ma non siamo animali da soma (o preferisce che dica SOMARI?) e, a un certo punto, quando si pretende troppo... concluda Lei, Ministro.    
Volete darci le 24 ore? AUMENTATECI LO STIPENDIO, MA CHE SIA DECOROSO E NON UN'ELEMOSINA!
Ministro, così facendo, Lei uccide la passione di quegli insegnanti che nel proprio lavoro mettono l'anima e il cuore e che, mi creda, sono tanti ancora oggi, nonostante tutto.
Il Suo provvedimento non  migliorerà la scuola, potrà solo peggiorarla.

Laura Veroni

sabato 13 ottobre 2012

Le 24 ore settimanali (di Anna Rita Vizzari)

Ho letto sul blog di Anna Rita Vizzari il suo amarissimo sfogo, circa la questione delle 24 ore settimanali, proposte per noi docenti, e non ho potuto fare a meno di infervorarmi ancora più di quanto già non fossi. 
Avevo in mente di scrivere anch'io uno sfogo, ma Anna Rita mi ha preceduta e lo ha fatto magistralmente, dando voce ai miei stessi pensieri. 
E' per questo che l'ho contattata, chiedendole il permesso di pubblicare il suo articolo, come lettera aperta, nel mio blog.

Grazie, Anna Rita!

Le 24 ore settimanali: sfogo insolitamente lungo

In genere non scrivo qua articoli di opinione o perorazioni: segnalo le risorse tecnologiche in modo rapido e stop. Ma ieri ci hanno ventilato - come soluzione ai mali dell'Italia - la reificazione di un timore e voglio parlarne.
La proposta è quella di portare da 18 a 24 l'orario di lezione settimanale degli insegnanti della scuola secondaria (di primo e di secondo grado). Ovviamente il peso morto da tagliare è costituito come sempre dagli insegnanti... chissà che cosa ne direbbe Freud.

Parliamo delle ore settimanali di un insegnante della secondaria.

Attualmente, un docente della scuola secondaria fa, in classe, 18 ore. Sottolineo: in classe.

Poi ci sono le ore degli incontri pomeridiani: consigli di classe, collegi docenti, riunioni di dipartimento, GLH, colloqui con i genitori et alia.

E infine c'è il lavoro sommerso effettuato a casa.

Suddetto lavoro sommerso ha le seguenti caratteristiche:

- un ambiente della casa adibito a studio piuttosto che ad altro (che so, camera per gli ospiti),

- un computer acquistato privatamente, senza possibilità di scaricarlo come fanno i professionisti,

- uso di stampante, carta e inchiostro di casa,

- uso della corrente domestica,

- utilizzo della connessione domestica.

Un lavoro svolto circondati da familiari (consorti e figli) che non riescono a capacitarsi che il loro caro ci sia e allo stesso tempo non ci sia. Come si può lavorare nelle ore che invece dovrebbero essere dedicate alla vita privata? Ma non è tempo libero, dico sempre ai miei cari, sono ore che per me è doveroso dedicare alla scuola.

Per questo ho sempre detto: 18 ore settimanali (più riunioni pomeridiane) vi sembrano poche? Bene, fatecene fare altre 20 a scuola per lavori d'ufficio, poiché di pomeriggio noi siamo tenuti a svolgere svariati lavori a casa:
- redazione di programmazioni e relazioni,
- predisposizione dei materiali,
- preparazione e correzione delle verifiche scritte,
- comunicazioni epistolar-telematiche con gli alunni per sempre più diffusi progetti tecnologici particolari,
- doveroso aggiornamento contenutistico e metodologico.
Ho detto lavori d'ufficio, non di classe.
Ossia, dateci un ufficio - tecnologicamente attrezzato - a scuola.
Non basta la sala professori, quello stanzino con una decina di sedie e senza la minima strumentazione. Intendo un ufficio ogni 3-4 professori, come avviene per qualsiasi altro impiegato della pubblica amministrazione.
Fa comodo non darci quelle ore, vero? Fa comodo che connessione, stampe e fotocopie le facciamo direttamente da casa, con scontrini e bollette a nostro carico. Il mancato riconoscimento delle ore extra dell'insegnante significa far risparmiare allo Stato cifre insospettabili.

Tra la laurea e il concorso a cattedre ordinario ho lavorato in un ipermercato come cassiera part-time. Facevo 24 ore settimanali, poi passate a 23 con lo stesso stipendio (un gradito regalo). Un lavoro massacrante (provate ad avere a che fare con clienti inferociti per cose che non dipendono da voi), tanto che quando ci spaccavamo la schiena per caricare scatoloni dal magazzino ci rilassavamo perché con la mente potevamo dedicarci ad altro. Era un lavoro inadeguato per una laureata, ma tornavo a casa e staccavo totalmente.
Con la scuola questo non avviene, non si stacca mai. Uno non fa l'insegnante, uno è insegnante. Per questo anche a distanza di decenni gli ex alunni ci chiamano ancora "Prof.".
Come mamma insegnante posso dire che il meglio dal punto di vista educativo lo riservo ai miei alunni, perché quando torno a casa ho bisogno del mio angolo di silenzio (dopo ore e ore in classi sempre più numerose), per cui con mio figlio che mi cerca perdo subito la pazienza che invece in classe mantengo fino allo spasimo.
E ricordo che mia madre, anche lei prof. di Lettere alle "medie", quando tornava a casa veniva assalita da noi figlie che ci sentivamo rispondere "Lasciatemi sola, mi rintrona la testa, ho bisogno di silenzio".
Facendo 24 ore settimanali inevitabilmente si ridurrebbero il tempo e l'energia da dedicare al lavoro sommerso (quello svolto a casa a nostre spese) per preparare materiali, correggere verifiche e tutto quello che ho elencato sopra. Perché, se lo Stato ci considera dei pesi morti che fanno lo stretto indispensabile, io inizio a fare lo stretto indispensabile, a livello di tempo domestico e anche di impiego di materiali acquistati personalmente. Questo giova alla qualità della formazione dei ragazzi?
Parliamo anche delle 24 ore in cui abbiamo la totale responsabilità su una trentina di minorenni, che non si possono assolutamente lasciare soli neppure per le motivazioni più sacrosante come l'andare in bagno per un bisogno fisiologico impellente o per cambiare il Tampax (un'insegnante può dire "Tampax" o deve dare l'idea del robot asessuato?). Non esistono necessità fisiologiche da assecondare: l'insegnante non può abbandonare la classe per cose così frivole come andare alla toilette. Un tempo si contava sui collaboratori, ma con i tagli inferti anche a quella categoria dobbiamo imparare a trattenere all'inverosimile.
E la qualità della didattica? La personalizzazione dei percorsi?
Ah però c'è lo spauracchio della valutazione Invalsi. Dobbiamo lavorare in funzione di quello... quindi quelle 24 ore settimanali le dedicheremo soltanto all'addestramento Invalsi, per avere capra e cavoli?
Sono stata farraginosa e incompleta, ma dovevo sfogarmi ed esprimere il mio punto di vista di insegnante appassionata prima di entrare a scuola. Perché oggi, a scuola, entro alle 10, con buona pace di chi odia la mia categoria.

Pubblicato da Anna Rita Vizzari