sabato 13 luglio 2013

FESTIVAL DEI TALENTI 11 Luglio 2013

FESTIVAL DEI TALENTI GIOVEDI' 11 GIUGNO 2013
(in fondo all'articolo, il video)

Arlecchino.

Se dico questa parola, che cosa vi viene in mente? La maschera di carnevale, certo! Quel simpatico personaggio vestito con un costume di tutti i colori.
Ma Arlecchino, anzi L'Arlecchino, è anche un locale, precisamente uno show bar, che si trova a Vedano Olona, a Varese. Il nome è stato volutamente scelto a indicare i mille colori dello spettacolo. Il suo palcoscenico è stato calcato da artisti di vario genere (cabarettisti, cantanti, musicisti) e giovedì 11 Luglio ci sono salita anch'io. 
Che emozione!  
Solo fino a qualche anno fa, non avrei mai immaginato di poter cantare un giorno su un palco di questa portata.      
Per questo, devo ringraziare la mia maestra di canto, Dorotea, che mi ha spinta ad iscrivermi al Festival dei Talenti di Varese, il suo presidente, Leandro Ungaro, Ciro, che ha messo il locale a disposizione dell'organizzazione. 
Ma i ringraziamenti non finiscono qui.   
Grazie a Lara Bartoli, direttrice artistica, grazie a Thomas Incontri, presentatore di grande professionalità e persona brillante, grazie a Valeria, a Luca e a Francesca, valletti della serata, grazie alla giuria, qualunque sia stato il loro voto e un GRAZIE ENORME al PUBBLICO. Sì, al pubblico, perché un'emozione così intensa io non l'avevo mai provata, al punto che a stento ho trattenuto le lacrime. Mi sono trovata così, senza nemmeno rendermene conto, a giocarmi il primo posto con l'applausometro per il premio, messo in palio dal locale, al cantante più acclamato dalle persone presenti. Non avevo portato amici con me e mai mi sarei aspettata di ricevere così tanti applausi. Sono arrivata seconda e il cuore mi è scoppiato dalla gioia.
Ricevere, all'uscita dal locale, i complimenti della gente, persone che non conoscevo, che  mi stringevano la mano e mi dicevano che li avevo emozionati con la mia canzone... Non riuscivo a crederci. Non ce l'ho fatta e, appena varcata la soglia e uscita in strada, ho liberato l'emozione e ho pianto di felicità.
Comunque andrà questa avventura, sarà una della pagine più belle legate ai ricordi del canto.      
Thomas ha chiesto a tutti i cantanti che cosa rappresenti per loro la musica. Si è dimenticato di chiederlo a me. Se l'avesse fatto, gli avrei risposto che la musica mi accompagna, fa da sottofondo ai momenti della mia vita, da quando ero bambina. Alla domanda "Da quanto tempo canti?", ho risposto "Seriamente da quattro anni, nel senso che studio canto presso un'accademia, ma canto da quando ero piccola". Già, perché sono cresciuta con le canzoni di Mina, di Patty Pravo, di Nada che cantavo già a cinque anni, collezionando tutti i loro dischi, i vecchi 45 giri di vinile. Erano il regalo più bello che mia madre e mio padre potessero farmi, insieme alle Barbie. Poi, crescendo, ho cambiato gusti musicali, un po' seguendo le mode: i cantautori da De Gregori a Guccini a Venditti e così via; poi i grandi gruppi come i Pink Floyd e i Genesis; per approdare alla musica leggera, leggera in tutti i sensi, comprese le canzoni stile Sanremo, cosa che non reputo un'involuzione, come qualcuno potrebbe pensare, ma una diversificazione, un'apertura. Ho seguito, per un certo periodo, in un'età un po' insolita per quel genere musicale, l'operetta che mi piaceva tantissimo. Questo perché mia nonna, la mamma del mio babbo, la cantava sempre e collezionava i dischi. Quando andavo da lei, ascoltavo e cantavo Al cavallino è l'hotel più bel tra i monti azzurri ed il ciel... oppure Viva le donne viva le belle donne che sono le colonne dell'amor. Avevo sei anni.     
C'è stata poi l'epoca della lirica, quella in cui ascoltavo Mario del Monaco e cantavo Un amore così grande (chi non l'ha mai cantata alzi la mano!) e in cui in casa mia imperava la voce di Pavarotti, il big Luciano, marito della cugina di mio padre, Adua Veroni (infatti il mio cognome è proprio quello). Ho provato a cimentarmi anche con la lirica, ma l'unico pezzo che ho imparato bene è Voi che sapete, tratto da Le nozze di Figaro, mentre quello che mi piace di più in assoluto, ma che canto limitatamente, è Casta Diva (ci vuole un fiato, ragazzi!).
Da piccola, ho seguito anche la musica da balera, il liscio di Roul Casadei.
Mio padre era emiliano e cantava sempre le sue canzoni. Quella che ricordo di più è Ciao ciao ciao ciao mare, il ricordo dell'estate mi è rimasto dentro il cuore... Il vento cancella dalla sabbia i ricordi, ma il cuore no, dal cuore non può... 

Il mio babbo era un canterino, un uomo felice. Cantava sempre. Mi faceva addormentare con le canzoni. Mi prendeva tra le braccia e mi cullava cantando tutto quello che gli veniva in mente, dalla Casetta in Canada, a Grazie dei fior, a Dite a Laura che l'amo, ad Aveva un bavero color zafferano e la marsina color ciclamino veniva a piedi da Lodi a Milano per incontrare la bella Gigogin, al Valzer delle candele

Cantava sempre, sì. Cantava in casa, cantava in auto, cantava per strada, mentre mi teneva sulle spalle... Un menestrello.   
Sarà per quello che anch'io amo la musica e canto. Col suo esempio, lui mi ha fatto sentire che la musica è parte della vita e l'accompagna.

Per vedere il filmato, cliccare qui!



Alcune foto della serata.   

Grazie anche ai fotografi!     














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