giovedì 28 novembre 2013

Lettera ad un'alunna

Riporto, di seguito, una parte di una lettera che ho scritto in risposta ad una mia alunna, che mi chiedeva, tra le altre cose, di soddisfare alcune sue curiosità circa i miei libri. Visto che sono domande che mi vengono rivolte spesso, ho pensato di rispondere pubblicamente. 

                                                                    Casa della prof, 28/11/2013

   Carissima, 
grazie per la tua lettera!
   
Sono contenta che il mio libro ti aiuti a recuperare un po' di serenità, anche se la storia è un po' deprimente. A me piace molto, l'ho scritto con molta "passione" nel vero senso del termine (pathos, in greco, significa sofferenza, non solo "passione" come la intendiamo noi).
Mi chiedi a che cosa mi ispiri, quando scrivo i miei libri. Ti rispondo subito che mi ispiro alla mia fantasia, ma prendo spunti anche dalla realtà che mi circonda. C'è molto di me, nel  romanzo che stai leggendo, non nel senso che la storia mi appartenga (grazie al cielo no!), ma nel senso che la protagonista ha il mio stesso modo di pensare e di sentire le cose. Ho scelto come professione per lei la prof, perché così avrei potuto scrivere con cognizione di causa, muovendomi in un campo che conosco molto bene. E' sempre difficile riuscire a trovare le professioni dei personaggi delle storie che si inventano, sai?, perché, alla fine, ti trovi a dover descrivere quello che fanno e, se non lo sai, non è semplice e rischi di scrivere cose scorrette. Ovviamente, non tutti i miei protagonisti sono insegnanti. Ti cito alcune professioni che ho fatto svolgere ai personaggi dei miei libri: psicologo/psichiatra, ginecologa, investigatore, estetista, manager, attrice.
Il libro che stai leggendo, "Volevo solo essere felice", è molto intenso, scava nei sentimenti dolorosi dei vari personaggi, alcuni trattati con profondità, altri meno, come avrai già notato tu stessa.  Nello scriverlo, ho amato la figlia della protagonista come fosse la mia e ho sofferto per lei. Ti confesso che sono persino riuscita a piangere, mentre scrivevo alcune pagine. Mi ero talmente fatta prendere dalla storia che mi sembrava di viverla in prima persona. 
L'altro romanzo che ho pubblicato con lulu.com, invece, vede un maggior numero di personaggi, ma non è un libro adatto alla tua età, è più per adulti, così come per adulti sono i due thriller che ho scritto ultimamente e che non sono ancora stati pubblicati (né so se mai lo saranno, visto che, questa volta, a differenza delle altre, mi sono affidata ad una vera casa editrice).    
Altro libro che potresti, invece, leggere è "I ricordi di Lalla": questo, tra l'altro, è disponibile anche nel mio blog, senza bisogno di acquistarlo.  A differenza degli altri, è autobiografico: è la mia storia. Ho inventato solo il finale. Lì dentro ci trovi la tua prof bambina, fanciulla, adolescente e giovane donna e tutto corrisponde a verità.      
Concludo questa lettera, rispondendo alla tua ultima domanda: che sensazione provo quando vedo il mio nome scritto sulla copertina.    
Una grande soddisfazione! Un libro è una parte di te.   
Un giorno, un mio amico scrittore mi ha detto che, quando ti viene pubblicato un tuo scritto, è un po' come un parto. Lui si riferiva a quando è una vera casa editrice a farlo. Beh, credo che avesse ragione: lo senti un po' come un figlio. 

Spero di avere risposto in modo esauriente a tutte le tue curiosità.
Ti abbraccio


La tua prof

giovedì 21 novembre 2013

Alla Feltrinelli di Varese

E per chi non potesse partecipare all'incontro di oggi pomeriggio a Milano, ci sarà quello di Domenica 17 Febbraio alle ore 17.30, presso la libreria Feltrinelli di Varese.

EVENTI

Corso Aldo Moro 3 - Varese

Domenica 24 Novembre ore 17:30

                                
Incontro con gli autori
Rossana Girotto, Sabrina Minetti, Giorgio Maimone, Laura Veroni,
Alberto Pizzi, Ione Vernazza, Emiliano Pedroni, Federico Spinozzi, Massimo Rodighiero e Francesco Manarini
 e la curatrice Ambretta Sampietro
per la presentazione dell’antologia  
“ Giallolago ”
Eclissi Editrice

Interviene lo scrittore Massimiliano Comparin




Giallo Lago è un’antologia costituita da venti racconti gialli ambientati sul lago Maggiore e sul Lago d’Orta, scelti tra i partecipanti al premio Giallostresa 2013. Stresa, le isole Borromee, Verbania, Lesa, Cannero, Cannobio, Orta, l’isola di San Giulio e Ameno sono i “luoghi del delitto”. Seguito ideale del fortunato volume “Delitti d’acqua dolce”, la pubblicazione è stata quest’anno affidata a Eclissi Editrice. I luoghi sono rigorosamente reali, personaggi e avvenimenti di fantasia. Ad eccezione delle figure storiche di Antonio Rosmini e Alessandro Manzoni.

mercoledì 20 novembre 2013

Bookcity, MILANO






Milano, arriviamo!!!
A tutti gli amici che volessero trascorrere un venerdì pomeriggio diverso...
foto di Augusta Brambilla
Ci vediamo il 22 Novembre alle 17.30 a Palazzo Morando!
Laura Veroni
(in piedi da sinistra: Ambretta Sampietro e Riccardo Landini;
seduto alla mia sinistra Giovanni Cocco della coppia Cocco e Magella)

domenica 10 novembre 2013

PERCHE' SCRIVO e PERCHE' LEGGO (con omaggio finale a Mario Cavigioli)


Perché scrivo? Per lo stesso motivo per cui leggo: per emozionarmi.     
Sì, scrivere mi emoziona. Mi emoziona, perché entro nella storia che creo, mi emoziona, perché faccio mie le vicende dei miei personaggi, perché mi calo nella loro parte e vivo le loro storie come fossero mie.      
Scrivere, inventare storie, creare situazioni a volte al limite della realtà, storie e vicende che non vivrò mai, è un po' come recitare una parte. Lo scrittore e l'attore: entrambi interpretano, entrambi fingono, entrambi "giocano". Ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo... cantava Battiato ed io sottoscrivo.
La scrittura ha diversi scopi, lo insegno ogni anno ai miei studenti, in quanto fa parte della comunicazione e si comunica in base ad uno scopo, da cui le funzioni molteplici della lingua (ma non voglio fare una lezione di linguistica in questa sede).  
Ci sono molte tipologie testuali, come tutti sappiamo: testo informativo, testo argomentativo, testo narrativo, testo descrittivo, testo poetico ecc...
Quello che prediligo è quello narrativo. Ecco, sì, a me piace narrare. E penso che piaccia alla maggior parte degli scrittori. Poi, naturalmente, c'è chi scrive per informare, chi per argomentare, chi per istruire. C'è solo l'imbarazzo della scelta.        
Scrivo da diverso tempo, come ho più volte dichiarato anche in questo blog, ma non ho mai veramente pubblicato. E' uscito solo di recente un mio racconto edito da Eclissi, pubblicato nell'antologia GialloLago, ma romanzi veri e propri sono rimasti sogni nel cassetto, di cui tre nel "cassetto" del web, uno consegnato a un editore, un altro appena terminato e in fase di rilettura. Però mi sono sempre dilettata a scrivere, come testimonia l'esistenza di questo blog, che è un concentrato di pensieri ed emozioni.   
Come dicevo all'inizio di questa pagina, scrivo ma leggo anche per emozionarmi. I libri che mi piacciono di più, sono quelli che mi lasciano qualcosa, quelli che mi scuotono l'animo, che mi fanno pensare, soffrire, piangere, vibrare. Tra i miei preferiti "Come Dio comanda" e "Ti prendo e ti porto via" di Ammaniti, "Venuto al Mondo" e "Non ti muovere" della Mazzantini, ma potrei citarne molti altri. Il primo libro che ha provocato in me forti emozioni è stato "Piccole donne". E' stato il mio primo romanzo: l'ho letteralmente divorato. Ero una bambina di otto anni e non mi piaceva leggere. Mio padre, proprietario di un libreria, era disperato, perché non riusciva a farmi appassionare a nessuna lettura. Finché è arrivato quel libro, preso in prestito dalla biblioteca scolastica. Da lì è cominciata la mia passione per i libri. Non posso dire di avere letto di tutto, nella mia vita, in quanto esistono generi che proprio non digerisco, come la fantascienza (letto solo "Il pianeta delle scimmie" e con grande fatica), la politica, l'economia. Ed è anche facile capire perché: difficile che libri di quel genere suscitino emozioni.
Da bambina, mi piaceva molto leggere i libri di Nancy Drew, la mia eroina investigatrice (li ho letti tutti); da adolescente, ho cominciato ad appassionarmi alle grandi storie d'amore (vedi "Cime tempestose"); da adulta sono passata dai thriller ai drammi ai libri di vita vissuta e dolorosa. Non so dire quanti libri abbia letto, ma non sono pochi. Fino a un po' di tempo fa, non dormivo se prima non avevo letto qualche pagina e, finito un libro, dovevo averne pronto subito un altro. C'è stato il tempo dei thriller che poi ho abbandonato, perché, al di là del brivido e della paura, non mi lasciavano nulla per me stessa, non una domanda a cui cercare risposta, non una riflessione, non un dolore, non un'emozione profonda. E ho cambiato genere. Poi, dopo anni di non scrittura, ho ripreso a scrivere e ho trascurato la lettura, non riuscendo a fare l'una e l'altra cosa. Non avevo mai scritto thriller. Ho cominciato qualche mese fa, quando ho conosciuto Ambretta Sampietro, grazie al concorso Giallo Stresa. Mi sono detta: "Perché non provare?" E così ho partecipato al concorso per giallisti e mai avrei immaginato di classificarmi seconda e di vincere addirittura il premio della miglior scrittura femminile. Durante l'estate, ho scritto il mio primo romanzo Thriller, che attualmente è nelle mani dell'editore, e in questi giorni ho terminato il mio secondo romanzo di questo genere. L'ho finito e già mi manca. Mi manca, perché era un appuntamento fisso, la sera, dopo cena fino all'ora di andare a letto (molto tarda) e la domenica mattina, pomeriggio e sera. Mi mancano i miei personaggi e le loro vicende: mi facevano compagnia, condividevo le loro emozioni. Mi è capitato, a volte, di commuovermi con loro, di innamorarmi insieme a loro, di avere paura con e per loro. E ora loro sono qui, dentro al computer, chiusi in un file, mentre io sono qui fuori e non faccio più parte delle loro storie. Ci si sente un po' disorientati. Almeno, per me è così.       
Intanto, ho terminato di leggere il libro di Mario Cavigioli, "Oltre quello ci sembra giusto essere".    
Mario è uno dei concorrenti che ha partecipato insieme a me al Giallo Stresa, concorso che mi ha dato l'occasione di conoscere alcuni scrittori veramente in gamba, nonché persone interessanti dal punto di vista intellettuale ma anche umano. Beh, devo dire che il suo libro mi è piaciuto molto e che mi ha veramente emozionata. Eh, sì, caro Mario, sei riuscito a farmi vibrare: complimenti! Mi sono anche salite le lacrime agli occhi, nel finale.  Bravo! A lui ho scritto un messaggio, nel quale gli dicevo che le sue pagine hanno uno stile molto diretto. Mario sa entrare nell'animo umano, nella testa, nei pensieri, nel cuore. Sa descrivere le emozioni e i sentimenti dalla parte maschile, ma anche da quella femminile, al punto che certe pagine potrebbe averle scritte proprio una donna. Scava a fondo nei singoli "drammi", ma con leggerezza, cosicché la pagina scorre senza risultare pesante. Ha un ottimo stile. Mario scrive anche poesie. L'ho conosciuto e apprezzato prima come poeta che come scrittore e mi ha colpita positivamente in entrambe le vesti.
E concludo questa pagina, con il mio GRAZIE speciale a questo autore, per avermi regalato un'emozione in più.

Ti abbraccio, compagno di avventura letteraria!