martedì 28 gennaio 2014

IL NOSTRO VIDOLEGGIAMO

IL NOSTRO VIDOLEGGIAMO

Siamo giunti alla sesta edizione del Vidoleggiamo, il progetto interdisciplinare della secondaria Vidoletti, che, quest'anno, ha per tema IL CINEMA!
Il progetto comporta letture di classici e non, visione di film, conoscenza del mondo del cinema, incontri con autori, sceneggiatori, registi.  
Lo scopo che ci prefiggiamo di raggiungere con questo progetto è duplice: educativo, prima di tutto, e didattico.   
Volete conoscere alcuni dei nostri obiettivi? Eccoli:
  • Rispettare regole e consegne
  • Imparare a lavorare in gruppo e a collaborare con compagni ed insegnanti

  • Conoscere la storia del cinema: dal cinema muto ai giorni nostri
  • Fare un confronto tra rappresentazione teatrale e rappresentazione cinematografica
  • Analizzare la traduzione di un  libro in film (dalla carta al grande schermo)
  • Imparare a distinguere le varie tipologie di pellicole cinematografiche
  • Comprendere il valore educativo di alcune pellicole
  • Cogliere i messaggi di un film
  • Individuare le carriere professionali legate al mondo del cinema (regista, sceneggiatore, attore, cameraman, doppiatore, montatore, truccatore, tecnico luci/audio ecc.)
  •   Collaborare nella realizzazione di un semplice cortometraggio.
Con la mia classe terza (la 3^E, per l'esattezza), ho voluto svolgere un lavoro mirato. Invece di produrre cartelloni o slide in Power Point o libri, come avevo fatto nelle precedenti edizioni, grazie al supporto del Gruppo di Natur Art e all'intervento di persone competenti e disponibili, ho voluto puntare sulla collaborazione di gruppo, attraverso la realizzazione di un cortometraggio, partendo dalla visione e dall'analisi di un Film, anzi DEL FILM EMBLEMA DELL'EDUCAZIONE: "L'Attimo Fuggente".
L'ho fatto vedere ai ragazzi all'inizio dell'anno, ne abbiamo discusso, ho fatto scrivere le loro impressioni, ma poi... POI SONO ARRIVATI LORO: EUGENIO, CHIARA e LINDA! E qui è iniziato il DIVERTIMENTO EDUCATIVO.  
Che significa? Significa che la classe ha imparato a lavorare e a collaborare in maniera proficua, divertendosi.        
Voglio spiegare in breve che cosa è stato fatto dagli educatori del gruppo Natur Art.

·        Conoscenza della classe e primo approccio con la telecamera: ogni alunno si è presentato, dicendo qualcosa di sé davanti alla macchina da presa;

·   Stesura di quello che i ragazzi hanno definito REGULARIUM, con l'elencazione delle regole da rispettare per poter lavorare insieme in modo produttivo e non caotico;

·   Stesura delle scene del film che più hanno colpito e riadattamento alla nostra realtà scolastica;

·   Distribuzione degli incarichi (ogni alunno è stato impegnato a fare qualcosa: attore, sceneggiatore, regista, aiuto regista, microfonista, tecnico audio, truccatore, costumista, segretario di produzione ecc...);

·   Ciack, si gira! Due incontri di due ore ciascuno, per girare le scene selezionate.

Gli incontri con i ragazzi di Natur Art sono stati sei in tutto, ognuno di due ore.
Risultato? Beh, quello cinematografico sarà disponibile tra circa due mesi su un sito riservato, ma quello educativo... FANTASTICO, RAGAZZI!       
Il lavoro è stato un crescendo di emozioni, un concretizzarsi di idee, una compartecipazione totale entusiasmante, coinvolgente, esaltante e per me, che sono l'insegnante, anche commovente. Ho visto i miei ragazzi (quella che era definita una classe difficile, problematica, non coesa) lavorare uniti per raggiungere insieme un unico obiettivo, li ho visti trasformarsi, supportarsi a vicenda, vincere insieme timidezze, insicurezze. Li ho visti diventare persone autentiche, spogliate del ruolo stereotipato dell'alunno, li ho visti divertirsi ed emozionarsi, li ho visti gioire per la riuscita di un'idea, per la messa in scena della stessa; ho visto emergere alcune personalità, fino ad ora celate e mi sono entusiasmata con loro.       
Conclusione? OBIETTIVO CENTRATO!   
Solo questo voglio aggiungere in conclusione: siete stati veramente bravi e sono orgogliosa di voi! Mi avete mostrato un lato che non avevo mai visto, che non conoscevo e mi avete sorpresa. Avete tirato fuori la grinta, la passione e l'INTERESSE.       
Ed è stato bellissimo farne parte insieme a voi.      
VI VOGLIO BENE, PICCOLE PESTI!
Un abbraccio che vi contiene tutti
E ora, in marcia verso gli esami! Con qualche certezza in più nella consapevolezza che potete DARE IL MEGLIO DI VOI STESSI, se lo volete. CARPE DIEM!!! Rendete straordinarie le vostre vite, ragazzi!        
Con l'augurio che questa consapevolezza possa diventare CERTEZZA...
Un grazie sentito, anzi sentitissimo, ad Eugenio (che sarebbe anche ora che la smettesse di chiamarmi prof), a Linda e a Chiara! E' STATO BELLO FARE QUESTO PERCORSO INSIEME A VOI.




La vostra professoressa Keating ;-)


mercoledì 1 gennaio 2014

Benvenuto, anno nuovo!

PRIMO GENNAIO 2014

Momento di bilanci. Di solito si fanno l'ultimo giorno dell'anno, io voglio farli oggi, il primo di quello nuovo.    
Mi è capitato di leggere qua e là, navigando in facebook, di gente felice, perché l'anno vecchio stava finendo, si percepiva la fretta, la voglia di vedere la fine e assaporare l'inizio di qualcosa di nuovo. Io tutta questa fretta non l'ho avuta, a dire il vero. E non l'ho avuta, perché il 2013 è stato per me un anno importante. Ognuno dà importanza a qualcosa nella vita. Per me le cose che contano sono gli affetti, la salute, la realizzazione dei sogni e naturalmente LE PERSONE.
Mi soffermerò su due cose: i sogni e le persone.    
I sogni sono quelli che ci tengono "vivi", che ci fanno palpitare, trepidare nell'attesa di qualcosa, sono quello che ci impedisce di INVECCHIARE dentro.
Ricordo, a tale proposito, una considerazione del dottor Pietro Lombardo, psichiatra, di cui avevo seguito un corso interessantissimo, diversi anni fa: <<Sapete perché Mike Bongiorno non invecchia mai? Perché si pone sempre degli obiettivi per il futuro. A ottant'anni suonati, ha ancora lo spirito di un bambino, perché vive di sogni ancora da realizzare. E ci crede, ci crede veramente. Ed è questo che tiene in vita l'essere umano: la speranza del futuro, l'attesa di qualcosa da realizzare, i progetti. Mike Bongiorno, a qualunque età morirà, morirà giovane.>>    
Beh, forse le parole non erano esattamente queste, ma molto simili, ve lo posso assicurare.        
E, allora, ho capito che anche io non sto invecchiando, perché anch'io ho dei sogni nel cassetto, anch'io ho dei progetti, dei desideri che voglio realizzare, delle attese, delle speranze.  
Quali sogni potrà mai avere una cinquantenne? Fossi davvero bambina, il mio sogno sarebbe diventare grande. Oggi, invece, è rimanere piccola. Il mio "fanciullino" continua a vivere, scalpitante e pieno di energia, dentro di me. E' grazie a lui che canto, scrivo, rido, mi emoziono, piango, assaporo i momenti della vita.      
L'anno appena trascorso mi ha regalato momenti importanti, emozioni forti, persone nuove, incontri. L'avere (casualmente) conosciuto Ambretta Sampietro, giornalista, scrittrice, organizzatrice di eventi culturali, mi ha spalancato un mondo, quello della scrittura. A lei devo la scoperta della mia vena creativa nel campo della narrativa gialla, a lei devo la conoscenza di persone che hanno lasciato un segno in questo anno (gli autori del concorso GialloStresa:
Maria Elisa Gualandris, Andrea Dallapina, Antonella Mecenero, Mario Cavigioli, Alberto Pizzi, Maurizio Pellizzon, Federico Spinozzi, Ione Vernazza, Rossana Girotto, Sergio Cova, Emiliano Pedroni, il duo Manarini e Rodighiero,  Giorgio Maimone, Sabrina Minetti, Maurizio Gilardi, Massimiliano Vergani, Maria Luisa Cimarosti , Gianluca D’Aquino e Riccardo Landini; l'editrice Rosa D'Emidio, l'editore Marco Polillo, lo scrittore Massimiliano Comparin, il ReCensore Carlo Alfieri). Ambretta ha significato per me una svolta, mi ha spinta ad andare alla ricerca delle mie potenzialità di "scrittrice" e mi ha consentito di "crescere" come autrice, ma, soprattutto, mi ha dato il coraggio di espormi davanti agli altri. Prima scrivevo per me, ora scrivo per me e per chi vorrà leggermi. Grazie a lei, ho "conosciuto" autori importanti, ho potuto assistere a presentazioni, ho imparato cose nuove, ho fatto tesoro di consigli elargiti da chi ha più esperienza di me. Ad esempio, ho capito che scrivere non è solo mettere su carta dei pensieri, raccontare delle emozioni, ma è anche tecnica, specialmente nel giallo. Ho scoperto che occorre "studiare" (così ha detto Giovanni Cocco, vincitore del premio Campiello 2013), approfondire le proprie conoscenze letterarie, storiche e non solo. Ho gustato momenti di ironia costruttiva, laddove un autore ha detto: <<Uccidete! E' liberatorio e divertente. Uccidete tutti quelli che vi fanno arrabbiare, che non sopportate, che vi danno fastidio. Provate e vi sentirete meglio!>>; ho scoperto che, prima di ritenere un libro "pronto", è necessario e importante farlo leggere a persone di fiducia (Andrea Fazioli, presente con noi autori del GialloStresa al Bookcity di Milano del 22 Novembre scorso, ha detto che lui personalmente, prima di consegnare la bozza all'editore, lo fa leggere a una dozzina di persone). Prima di iniziare questa avventura, scrivevo, rileggevo da me e giudicavo buono o non buono il mio lavoro, tutto da sola. Oggi non più: scrivo, stampo e faccio leggere ad almeno tre persone (mio figlio, mia sorella e Claudio Ferrara, grande intenditore di thriller e appassionato del genere, persona del cui giudizio mi fido molto, vista anche la sua esperienza in campo cinematografico), raccolgo le loro opinioni e valuto di conseguenza cosa modificare oppure cosa aggiungere o sottrarre al mio scritto. Sto imparando ad accettare con umiltà le critiche, anche se a volte mi "infastidiscono", ma sto imparando che è importante tenere conto del punto di vista degli altri e non solo del proprio, perché io non sono infallibile, sto imparando ad ascoltare e a capire che le critiche negative vengono fatte per aiutarmi a migliorare e, man mano che scrivo, imparo l'arte dell'umiltà e di una maggiore obiettività, nonché di un'apertura della mente verso opinioni diverse dalle mie.
Il 2013 ha portato nella mia vita nuove persone, ognuna delle quali mi ha lasciato qualcosa, grande o piccolo che sia. E siccome io do molta importanza alla persona, per la mia formazione culturale e professionale (una laurea in pedagogia, studi di psicologia, insegnamento), posso dire, a ragion veduta, che l'anno appena trascorso è stato un anno ricco.
Un'altra scoperta del 2013 è stato il Caffè Letterario LA CUPOLA.     
Curioso: da ragazza frequentavo il locale con i miei amici, spesso il sabato sera, l'ambiente dei "fighetti" della Varese bene, poi, persa la compagnia di quegli anni, cambiate abitudini, assorbita dagli impegni familiari e lavorativi, nonché presa da altri interessi, come il canto e la palestra, non avevo più messo piede nel locale. Un giorno Ambretta mi ha detto: <<Dovresti passare di là, qualche volta. Ne vale la pena.>> E così, trovandomi da quelle parti, un pomeriggio piovoso, ho deciso di entrare per un caffè e ho scoperto un mondo nuovo, un ambiente trasformato: accogliente, confortevole, profumato di cultura, di carta da leggere, di torte sfornate, di bevande calde, di... casa. Persone che leggevano, mentre consumavano bibite, che scrivevano al pc, mentre addentavano una fetta di torta, che facevano quello che normalmente si fa in un ambiente che si sente familiare. E ho scoperto che il locale è ricco di iniziative culturali e non solo, dallo stiro, all'arte dolciaria, alla scrittura, ma è anche un luogo di incontri tra persone che hanno voglia di scambiarsi esperienze. E tutto ciò è merito di Alessandro Campi, che, guarda caso, ho incontrato dopo quasi quarant'anni che lo avevo perso di vista.      
Oggi ho letto gli auguri per l'anno nuovo che il Caffè Letterario ha pubblicato in Facebook, auguri realizzati attraverso un video bellissimo, che riassume i momenti più belli e significativi dell'anno vecchio. Il video si conclude con un messaggio scritto che vorrei condividere qui (dal sito ufficiale è possibile scaricare gli auguri di Natale, ma l'augurio per l'anno nuovo è praticamente identico a questo. Spero che Alessandro non me ne voglia, per averglielo "rubato").
augurio dal Caffè letterario LA CUPOLA

E come non annoverare, tra le persone nuove che hanno iniziato con me un cammino verso la fine del 2013, i miei alunni? Tre classi nuove da settembre, tanti ragazzi. "Materiale umano" da plasmare? No, ragazzi con cui condividere un percorso, una via che conduca ad un'unica meta, che per loro si chiama crescita e per me... anche.

Infine ci sono state le grandi emozioni, di quelle che mica si provano tutti i giorni.     
Il Festival dei Talenti, per esempio, una serata indimenticabile, che mi ha fatto palpitare, la prima volta che ho cantato sul palco di un teatro. Non dimenticherò mai il calore della gente di quella sera, le strette di mano, i complimenti sinceri che mi hanno commossa fino alle lacrime.      
Altra emozione, altra commozione intensa, la classificazione tra i venti finalisti del GialloStresa e poi la felicità dell'essere arrivata seconda al concorso.

Cos'altro dire di un 2013 così intenso? Credo esista una sola parola per riassumere tutto quello che ho vissuto: GRAZIE. Grazie a tutte le persone che ho incontrato lungo il cammino, grazie per le emozioni e le esperienze che abbiamo condiviso, grazie per gli insegnamenti che ho appreso, grazie per i sorrisi e le lacrime, grazie per ogni momento di vita che ho vissuto.
E spero che l'augurio per l'anno appena nato, rivoltomi da un caro amico, possa avverarsi davvero: <<Ti auguro che il meglio del 2013 sia per te il peggio del 2014!>>. E questo è l'augurio che faccio ad ognuno di voi!


Benvenuto, anno nuovo!