sabato 22 ottobre 2016

Quando una libreria chiude... Dedicato a Cristina, Luca e Luisa

La porta di ingresso era pesante. La scrittrice spinse con forza per poterla aprire. Un lieve dislivello del pavimento introduceva nel locale. La prima impressione che la donna ebbe entrando fu di calore, un calore generato non solo dal legno del parquet e degli scaffali. C'era qualcosa di più. Si sentì avvolgere da una piacevole sensazione di tepore, come se una coperta calda le fosse scivolata all'improvviso sulle spalle. Si guardò attorno. Non ci volle molto perché comprendesse che quel calore proveniva dal sorriso di tre persone. C'erano un uomo e due donne che si occupavano dei clienti presenti nel locale con un'attenzione e una cura che non poté definire diversamente se non amorevole. I tre riservavano a ognuno la stessa attenzione. Uno di loro era dietro il bancone della cassa e stava impacchettando un libro per una signora dall'aria distinta.  
La scrittrice annusò l'intenso profumo della carta che pervadeva l'ambiente.       
Luisa, una delle responsabili del negozio, non appena ebbe servito la cliente che le si era affidata per un consiglio sull'acquisto di un romanzo, le si fece incontro sfoderando il suo miglior sorriso.
<<Ma che piacere!>>, esclamò, baciandola sulla guancia. <<E' da un po' che non ci vediamo. Cosa ci fai da queste parti?>>.        
La scrittrice ricambiò il saluto con lo stesso entusiasmo. <<Volevo informarvi che sta per essere distribuito nelle librerie il noir che ho appena pubblicato con i Fratelli Frilli>>.         
<<Ma dai, non ci credo! Complimenti!>>. Il viso di Luisa si illuminò. <<Ragazza, hai fatto il colpaccio: Frilli. Non si scherza, eh? Chissà come sarai contenta? Pensa come sarebbe orgoglioso tuo padre!>>.       
La scrittrice abbassò gli occhi la frazione di un secondo, al pensiero che lui non fosse lì a condividere quella gioia con lei.           
<<Allora, quando arriverà?>>.         
<<Il mio editore ha detto che è questione di giorni. Intanto vi ho portato la locandina, se volete esporla>>.
Luisa srotolò il foglio e lo aprì in tutta la sua grandezza. Lesse ad alta voce: <<I delitti di Varese>>. Fece un'espressione compiaciuta. <Bella copertina!>>, esclamò osservando il campanile del Bernascone sullo sfondo. <<Sono proprio curiosa di leggerlo>>.         
Nel frattempo, anche gli altri due responsabili del negozio, Cristina e Luca, si erano liberati e si erano avvicinati alle due donne che conversavano piacevolmente, commentando la locandina.

Una settimana dopo...


La scrittrice si stava rilassando sul lettino sotto il caldo sole della Sardegna, quando il cellulare, riparato sotto l'asciugamano, prese a vibrare, avvisandola dell'arrivo di un whatsapp: era di suo figlio. Strano ricevere un suo messaggio a un'ora così insolita. Generalmente si sentivano verso sera. Chissà che cosa doveva comunicarle. Non c'era che da leggere per scoprirlo. Quello che comparve sotto i suoi occhi le fece esplodere il cuore dall'emozione.
"Mamma, sono in Corso Matteotti. C'è un poster gigante della copertina del tuo libro nella vetrina della Libreria del Corso e una pagina scritta a mano su un cartellone appoggiato sopra un tavolo. La vetrina è piena dei tuoi libri! Tutta la gente che ci passa davanti si ferma a leggere".
Si sentì travolgere da un'emozione incontenibile.    
Un istante dopo, allegate al messaggio, alcune foto.          
Non riusciva a crederci nemmeno lei. Il sogno di una vita si era avverato.      

la pagina trascritta a mano in vetrina
     
           
Grazie, Cristina, Luca e Luisa. Grazie per l'affetto, la cura e l'attenzione che mi avete prestato, grazie per avere creduto nel mio lavoro, grazie per le persone che siete.     
Mancherete non solo a me e a tutti gli scrittori di Varese ma a tutti i lettori e alla gente.   
"Ci vediamo davanti alla Libreria del Corso". Non lo sentiremo dire più.    
Un caloroso abbraccio. Buona fortuna, ragazzi!

il poster della copertina in vetrina


La vetrina della Libreria del Corso 


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